Crisi e cambiamento. Una nuova sfida per la psicoterapia ai tempi dell’adolescenza.

Di Simona Nocera e Gabriella Calabretti Si fa un gran parlare del disagio psicologico degli adolescenti. In particolare, dopo la pandemia da SARS-CoV-2, il tema della salute mentale dei più giovani è divenuto argomento fortemente dibattuto dall’opinione pubblica e dagli esperti del settore. Sappiamo bene come l’adolescenza sia già di per sé una fase evolutiva […]

Di Simona Nocera e Gabriella Calabretti

Si fa un gran parlare del disagio psicologico degli adolescenti. In particolare, dopo la pandemia da SARS-CoV-2, il tema della salute mentale dei più giovani è divenuto argomento fortemente dibattuto dall’opinione pubblica e dagli esperti del settore.

Sappiamo bene come l’adolescenza sia già di per sé una fase evolutiva delicata e complessa, teatro di molteplici trasformazioni fisiche e psicologiche che causano disagio e grande smarrimento emotivo.

A partire dagli 11 anni i ragazzi iniziano con fatica a riconoscere e contenere le loro emozioni e reagiscono impulsivamente. Dagli 11 ai 15 anni assistiamo a frequenti sbalzi d’umore influenzati dai cambiamenti biologici, conflitti coi genitori, senso d’inadeguatezza rispetto agli altri ed al proprio corpo, bisogno di conformarsi ai pari, senso di colpa ed imbarazzo associati alla sessualità, uso o abuso di sostanze (Di Pietro e Bassi, 2013; Pierantoni, 2020).

Dai 16 ai 19 anni il pensiero evolve e si fa più complesso, si raggiunge una maggiore indipendenza, si affrontano i coetanei con più maturità e si affacciano nuove sfide relazionali: la coppia e la sessualità (Di Pietro e Bassi, 2013; Pierantoni, 2020).

Riguardo la sessualità, negli ultimi anni, il nostro lavoro clinico si è dovuto misurare con nuove sfide, prima fra tutte la fluidità di genere, della sua espressione e dell’orientamento sessuale.
Percepirsi diversi, non essere accettati sono causa di grande sofferenza psicologica che, in casi estremi, potrebbe tradursi in rischio suicidario associato a disforia di genere, rifiuto ed isolamento sociale, difficoltà in famiglia.

Anche quest’ultima attraversa numerose turbolenze in adolescenza, gli equilibri cambiano: la richiesta di libertà coesiste e si scontra col bisogno di sicurezza. La tensione tra bisogno d’appartenenza e spinta verso la differenziazione crea inevitabilmente contraddizioni, fatiche e conflitti tra genitori e figli adolescenti. Sempre più accogliamo famiglie in crisi col proprio ruolo, genitori con un forte bisogno d’approvazione che li spinge a defilarsi dai conflitti necessari alla crescita. Non c’è confronto né scontro sulla costruzione di quei confini necessari in adolescenza per la costruzione dell’identità.

Adolescenza, salute psicologica e pandemia

Gli adolescenti contemporanei, oltre a queste sfide evolutive, hanno dovuto affrontare la pandemia che ha negato loro il diritto alla socialità, alla formazione, all’apprendimento.

Ricerche e studi di settore hanno fotografato la situazione nella fase post Covid quando il malessere psicologico dei più giovani si è reso più evidente.

In 30 anni i disturbi mentali degli adolescenti europei sono cresciuti del 32%; lo afferma il Lancet nel 2019 in una sintesi di diversi studi internazionali. Le stime riferiscono di 53 milioni di casi in più di depressione maggiore (+28%) e 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia (+26%) nel 2020 direttamente collegati alla pandemia.


L’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza insieme all’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una ricerca nel 2022: a partire dalla seconda ondata, sono cresciute le richieste d’aiuto (accessi al pronto soccorso e ospedalizzazioni) per esordio di nuove patologie e/o
aggravamento di situazioni pregresse.


I disturbi e i sintomi riportati maggiormente sono: disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo, discontrollo degli impulsi, alterazioni ritmo sonno/veglia e ritiro sociale.


La pandemia e le misure intraprese per la sua gestione hanno prodotto un incremento del disagio psicologico giovanile perché hanno limitato le occasioni di socializzazione, scoperta e confronto necessarie per un adolescente e la sua crescita.


È noto, infatti, che il gruppo dei pari rappresenta il contesto nel quale si sperimentano nuove modalità relazionali associate a esperienze quali il timore del giudizio, il desiderio di piacere, di sentirsi parte di parte di un gruppo con nuovi principi comuni ed esperienze da condividere.
La pandemia ha inevitabilmente alterato, bloccato questo processo. Anche per questo i presidi territoriali ed ospedalieri hanno registrato un’impennata di casi di disagio psicologico associato spesso ad abuso di alcool e sostanze.


In una fase storica e sociale così complessa e delicata, segnata da cambiamenti velocissimi e da grandi eventi collettivi traumatici, come la pandemia, il cambiamento climatico, le guerre, l’instabilità economica, noi psicoterapeuti dobbiamo fare molta attenzione nel nostro lavoro.
È fondamentale saper distinguere le problematiche emotive, comportamentali e relazionali, tipiche di questa fase evolutiva che evolvono da sole, dai primi segnali di un disagio più importante.


Occorre, quindi, fare molta attenzione a non patologizzare qualsiasi comportamento, rischiando così di concorrere alla formazione di identità patologiche e ad una cura ad esclusiva vocazione psichiatrica e farmacologica.


Quando invece il disagio psicologico interferisce col funzionamento sociale, scolastico, familiare, relazionale è necessario un tempestivo intervento specialistico.
Vanno attenzionati: alterazioni del sonno e dell’alimentazione, calo nel rendimento scolastico, eccessiva attenzione alla performance, ritiro sociale, abbandono delle attività sportive e degli hobbies, uso di sostanze, precoce attività sessuale.

Anche il divario generazionale tra adulti e nuove generazioni ha messo in crisi il tradizionale modo di lavorare in psicoterapia: nuovi linguaggi, strumenti tecnologici, modalità relazionali, esperienze, bisogni sono entrati nella stanza di terapia e hanno modificato il setting.
Come terapeuti “dobbiamo” andare in crisi, metterci in discussione ed adeguarci a questi cambiamenti.

Considerazioni sull’approccio clinico nella psicoterapia per gli adolescenti di oggi

A nostro avviso, il setting deve diventare più flessibile, pur contemplando una serie di elementi strutturati che fungano da confine e contenimento.


È necessario conoscere i nuovi strumenti tecnologici con i loro linguaggi per avvicinarsi ai ragazzi, usando modalità comunicative per loro più fruibili. Le sedute online in aggiunta a quelle in presenza sono un valido strumento in tutte quelle situazioni complesse nelle quali i ragazzi sono isolati e/o chiusi in casa o esprimono difficoltà nel sostenere una relazione in presenza. Le loro esperienze online (chat, giochi di ruolo, videogiochi etc.) vanno accolte e significate in psicoterapia perché rappresentano nuovi contesti nei quali gli adolescenti crescono e si evolvono.


Basandoci sulla nostra esperienza clinica con adolescenti e giovani adulti, assistiamo ad una crescente domanda di psicoterapia. I ragazzi esprimono sempre più il bisogno di adulti stabili, flessibili, in grado di intercettare il loro vissuto, di stimolarli e contenerli. Le famiglie vanno coinvolte e indirizzate verso uno spazio adeguato e separato dove farsi sostenere. Il segreto professionale è elemento fondante del setting, anche nel lavoro con i minori. Va sempre garantito e tutelato.

Riflessioni sull’accessibilità dei servizi psicologici

Dal nostro punto di vista sarebbe auspicabile che la psicoterapia senta sempre più la sua vocazione sociale, in un dialogo costante col territorio e le sue risorse per garantire altri luoghi e strumenti di aiuto e sostegno per i ragazzi. Secondo noi, più la rete col territorio è ampia, meglio si lavora.


L’accessibilità alle cure psicoterapiche precoci è indispensabile per intercettare le domanda d’aiuto dei più giovani. Per questo, come clinici abbiamo aderito al progetto di Psicoterapia Aperta nato con l’intento di scuotere l’opinione pubblica sul tema della salute mentale come diritto di tutti.


Sappiamo bene come nel settore pubblico ci sia un’enorme domanda di cure psicologiche che resta inevasa per mancanza di risorse economiche. I professionisti che come noi hanno aderito al portale forniscono alcune ore a tariffe calmierate per garantire a tutti la possibilità di fare psicoterapia.


In base alla nostra esperienza, il progetto è di enorme utilità visto il contesto sociale ed economico odierno; arrivano nei nostri studi molti adolescenti e giovani adulti con un estremo bisogno di aiuto ma scarse possibilità economiche perché il lavoro manca o è precario o perché gli stipendi sono bassi.


Grazie ai professionisti che aderiscono alla rete, Psicoterapia Aperta sta dando la possibilità ai più giovani di fare psicoterapia, garantendo così il diritto alla salute mentale e lavorando, quindi, per il benessere sociale.


Accanto a questa realtà del privato sociale, portiamo l’esperienza clinica del lavoro anche nel settore pubblico, all’interno di un servizio dedicato solo ad adolescenti e giovani adulti. Presso la Asl Roma1 dal 2016 esiste il PIPSM, Prevenzione Interventi Precoci in Salute Mentale, un servizio i dedicato alla fascia d’età 14-25 anni. L’accesso al servizio è diretto, senza bisogno di prescrizione medica così da agire tempestivamente sulle prime forme di malessere psicologico.
Per questo motivo il servizio lavora in stretta collaborazione con le scuole superiori del territorio della Asl Roma 1, dove è presente con sportelli di ascolto psicologico, collabora con Serd, DCA, Consultori, TSRMEE e con tutte le strutture ospedaliere, residenziali e semiresidenziali del territorio di competenza. Le équipe sono multidisciplinari, composte da psichiatra, psicologo, assistente sociale e infermiere. Purtroppo come in tutte le realtà pubbliche, la richiesta di psicoterapia è alta e non può esser accolta per mancanza di risorse.


Fra le strutture che gravitano intorno al presidio territoriale, rivestono un ruolo significativo le strutture semiresidenziali, i Centri Diurni, che accolgono ragazzi in situazioni di acuzie, in uscita da SPDC o cliniche, ed anche ragazzi inviati dal servizio territoriale in condizioni di disagio psicologico più contenuto.


Queste strutture sono aperte h 12, dalle 8 alle 20, e svolgono funzione di alto contenimento nelle situazioni più gravi e di riabilitazione che si declina in una serie di attività organizzate in laboratori di gruppo che si svolgono al mattino e nel pomeriggio. Il setting è aperto, i ragazzi possono entrare ed uscire in base alle loro esigenze ed impegni ma possono anche restare al di là delle attività stabilite da progetto per socializzare, pranzare con gli altri o semplicemente anche per riposarsi.


Il servizio è coordinato e supervisionato da un dirigente psicologo della Asl e gli operatori psicologi psicoterapeuti ed educatori. Le attività proposte variano da attività con un intento espressivo e comunicativo quali canto, teatro, disegno e fumetto, ad altre di tipo riabilitativo come la psicoterapia di gruppo, i gruppi di parola e condivisione, la DBT e Social Skills Training. I ragazzi possono inoltre fare sport, gite in natura, passeggiate culturali, andare al cinema. Tutti i gruppi sono aperti con un setting estremamente flessibile all’interno di un luogo fisico accogliente. Gli operatori sono disponibili h 12 per qualsiasi esigenza dei ragazzi che, tutte le volte che ne hanno bisogno, possono chiedere un confronto, un colloquio. Il servizio è in dialogo costante con le équipe territoriali, le famiglie e il territorio.

Conclusione

In conclusione, in base alla nostra esperienza clinica nel pubblico e nel privato, possiamo affermare che si assiste ad un incremento della richiesta di psicoterapia da parte di adolescenti e giovani adulti. Questa domanda va accolta garantendo una presa in carico che includa il mondo interno, quello sociale (famiglia, gruppo sociale ristretto e allargato) e virtuale.
La psicoterapia è fondamentale per garantire un buon livello di benessere sociale soprattutto quando si interviene precocemente.


È necessario lasciare che la crisi adolescenziale ci mandi in crisi, mandi in crisi i nostri valori, il nostro modo di comunicare, di concepire il setting. Come terapeuti non possiamo esimerci dalla relazione e la relazione ci chiama all’ascolto, al cambiamento, ad una trasformazione continua necessaria affinché ci si incontri e si cresca insieme.

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Bibliografia

Cipriani, G. (2021). Adolescenti con emozioni intense. Come gestire con la DBT le sfide emotive e comportamentali di tuo figlio (2021) di Pat Harvey e Britt H. Rathbone – Recensione. State of Mind.
Di Pietro, M. & Bassi, E. (2013). L’intervento cognitivo comportamentale per l’età evolutiva.
Strumenti di valutazione e tecniche per il trattamento. Erickson.
Linehan, M. M. (2015). DBT Skills Training. Manuale. Raffaello Cortina Editore.
Pierantoni, S. (2020). Il cervello adolescente: tra fragilità e potenzialità. State of Mind.
“Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi “. Documento di studio e di proposta – La ricerca qualitativa a cura dell’Autorità per l’Infanzia e l’Adolescenza, Roma Maggio 2022
https://www.istitutoiard.org/2024/01/12/le-indagini-adolescenti-svolte-da-laboratorio adolescenza-e-istituto-iard/
What’s Happened to Italian Adolescents During the COVID-19 Pandemic? A Preliminary Study on Symptoms, Problematic Social Media Usage, and Attachment: Relationships and Differences With Pre-pandemic Peers.
Muzi S, Sansò A, Pace CS. Front Psychiatry. 2021 Apr 27;12:590543.

https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/04/12/adolescenti-e-salute-mentale-mancano-dati-ma-quelli-che-ci-sono-preoccupano/
https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2352-4642%2822%2900073-6

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